Mamma TV - NUMERO 62

Pochi giorni fa la serata del Grande Fratello VIP è stato seguita da 3.356.000 spettatori, battuto dal film Ben is Back che ha avuto ben 4.093.000 utenti su Rai 1. E’ sembrato uno smacco, ma in effetti il GFVip ha superato il film nella quota dello share. Ma poco importa. I dati vogliono significare che 3.356.000  italiani hanno seguito Alfonso Signorini e i suoi ospiti. Perché, se da anni sulla stampa questo trasmissione è stata definita TV spazzatura? C’è chi sostiene che la gente la guarda perché, tornata stanca dal lavoro, vuole distrarsi, non vuole pensare, dedicandosi a una visione che non comporta impegni cerebrali. Sarà pur vero, ma il messaggio che passa è quello di superficialità, di voyerismo, di un volersi impicciare dei sentimenti e delle debolezze altrui, specialmente se sono famosi. C’è il gusto malevolo di vedere il personaggio confondersi, piangere, emozionarsi, con un mettere in piazza sentimenti che appartengono alla sfera privata e che più o meno consapevolmente vengono dati in pasto al grande pubblico. In un’epoca, poi, in cui la difesa della privacy sembrerebbe dover dominare sugli atteggiamenti quotidiani. Certo, è una libera scelta, nessuno costringe gli ospiti della casa “più spiata d’Italia” a mettere a nudo i propri intimi pensieri, ma ugualmente non assistiamo a scene edificanti. I personaggi lo fanno per il loro tornaconto e gli spettatori? Forse per il gusto di sentirsi diversi da chi sta dietro lo schermo, forse per il gusto moralizzatore di deprecare atteggiamenti diversi, forse solo per amore del pettegolezzo. Ecco: stiamo costruendo una socialità basata sul pettegolezzo. Certo si potrà obiettare che possiamo cambiare canale o spegnere del tutto la TV (proprio di questi tempi in cui siamo in casa a causa dell’ epidemia…); ma la TV è ormai da decenni il totem con il quale ci confrontiamo ogni giorno, per più ore. E’ la scatola della verità, quella che ci inonda di notizie, quella che “istruisce” i nostri figli con i suoi messaggi. C’è un certo imbarbarimento della società, è innegabile. Lo vediamo per strada, nelle polemiche in Parlamento, negli stadi, nelle scuole: ovunque. La TV da una parte riproduce questa situazione e dall’altra l’alimenta. Ci sono anche programmi culturali, per carità, programmi che non offendono la sensibilità di nessuno, ma non divertono …Perché il successo dei reality è anche il successo di “Uomini e donne”, una trasmissione in cui c’è la passerella di belle donne, con gambe abbondantemente sempre in bella mostra, che parlano del nulla con uomini che vengono presentati come possibili fidanzati. I loro discorsi sono sempre gli stessi: dall’accusa di non aver risposto ai messaggini all’aver atteso invano la telefonata ad attacchi di gelosia con l’immancabile risposta : “ma io posso uscire anche con altre donne”, oppure “non ti ho dato l’esclusiva”. Non ci meravigliamo né ci scandalizziamo, ma certa TV, è ormi scaduta nel pettegolezzo, nelle frasi fatte, nell’ “anche no”. Non si tratta di proporre storie edificanti, né il film su Bernadette (pur proposto pochi giorni fa …). Si tratta di non far passare l’idea che tutto è permesso, che non ci sono regole del buon gusto, della convivenza sociale con il rispetto della persona. E che dire di Temptation Island? Andare in un villaggio turistico con il proprio partner o con la propria fidanzata per mettere alla prova la loro fedeltà. E poi lamentarsi dell’avvenuto tradimento, quando si va in quella trasmissione sapendo che la dinamica sarà proprio quella di mettere alla prova l’altro partner. Sembra una grande rappresentazione teatrale, perché i microfoni sono sempre accesi, le telecamere sempre in funzione.

Già qualche anno fa, chiedendo a degli adolescenti cosa volessero fare in futuro, qualcuno rispondeva “il tronista”, mutuando questa “professione” dalla trasmissione “Uomini e donne”. Una società del superficiale, della plastica, dell’apparire, questo stiamo preparando per i nostri figli.

Giosafatte