I fini di Fini - Numero 20

SOMMARIO DELLA SEZIONE:

  • I FINI DI FINI
  • FINI HA RAGIONE O TORTO?


    I FINI DI FINI

    Ormai si è detto (e si continua a dire) di tutto. Dopo il viaggio di Fini in Israele abbiamo assistito allo psicodramma di un partito, AN, andato in scena su tutti i giornali, su tutte le televisioni, su tutti i mass media. Proviamo a ricapitolare.

    a) Le dichiarazioni di Fini sul fascismo e sulla Repubblica sociale di Salò hanno suscitato un vespaio all’interno del partito come da tempo non si vedeva.

    Perché?

    Nessuno ha dichiarato di non essere d’accordo con Fini a proposito della condanna:
    • dell’antisemitismo,
    • della bestialità perpetrata contro il popolo degli ebrei culminata nell’Olocausto,
    • delle leggi razziali.
    Lo "scandalo" è stato sollevato per la genericità della condanna del presidente di AN, almeno come è stata riportata dalla stampa, che ha definito il fascismo il "male assoluto" e la RSI "una vergogna". Il riferimento era solo alla questione antisemita, alle discriminazioni razziali, all’Olocausto presenti in quei momenti storici o a tutto il fascismo e a tutta la RSI? Interpretazioni filologiche e ricostruzioni del discorso si sono così avvicendate. Va da sé che un chiarimento deve avvenire. E Fini annuncia una lettera chiarificatrice a tutti gli iscritti di An.
    Mentre scriviamo si viene a chiarire sempre più il quadro : né secessioni né congressi straordinari, ma solo l’Assemblea del partito. I giornali ( vedi Libero e il Giornale del 29 novembre) si affannano a mostrare e dimostrare che il partito è tutto con Fini e subitanee indagini demoscopiche parlano già di incremento dell’1,5 per cento dei voti.

    b) La vera questione è: perché?

    Perché Fini, kippà sulla testa, si è lanciato in queste affermazioni? Prima il voto agli immigrati, poi il giusto riconoscimento delle colpe del fascismo, ma con qualcosa in più, con un tono e una genericità nella condanna che non poteva non colpire i sentimenti di molti iscritti al partito.

    Ora: è chiaro che Fini non è uno sprovveduto; è altrettanto chiaro che Fini non lo si può considerare - come dicono alcuni, forse molti - un traditore, ma certamente è il capo di un partito e che molto poco democraticamente ha fatto affermazioni, consapevolmente dure, per suscitare le ovvie reazioni, senza consultare la base. D’altra parte : vi immaginate un Fini che convoca prima un’assemblea del partito per poter dichiarare che il fascismo è il male assoluto? O che, comunque, Mussolini non è più per lui il grande statista che diceva? E’ evidente che Fini si aspettava queste reazioni, anzi forse le desiderava…Che bello poter perdere i duri e puri… : che si facciano la loro Rifondazione di destra se vogliono…; il partito, epurato già di Rauti, perde gli ultimi nostalgici…Potrà finalmente diventare un vero partito di destra, democratico, europeista, guida della coalizione di centro-destra, ed entrare a vele spiegate nel PPE. E di che ci scandalizziamo? Non si vuole sempre più un partito di governo, che - fra l’altro - distribuisca cariche e prebende? Credo proprio che Fini pensi al partito, sul serio, non certo ad interessi e successi personali, ancorchè legittimi. L’Italia non ha mai avuto un vero partito di destra nella sua storia. Ci riuscirà Fini? L’eredità di Berlusconi è lì che attende di essere incassata : non si vede un delfino o possibili successori del Cavaliere in FI . E Fini, che ha una buona immagine nel Paese, si sta preparando, ma prepara anche tutto il partito ad incassare quei voti. E diciamola tutta : i forzisti non hanno poi questa grande identità che li potrebbe trattenere più di tanto nel loro movimento (non partito, ricordiamocelo). Dopo Berlusconi salteranno sul carro nuovo. O qualcuno crede che si stringeranno sotto le bandiere di Forza Italia attorno ai Pisanu, ai Bondi,ai Frattini o - faccio fatica a trovare nomi di grande carisma - qualche altro personaggio ? Per questa ragione, e per tante altre, nessuno se ne andrà da Alleanza Nazionale. Perché, pur augurando lunga vita a Berlusconi, il Cavaliere non rimarrà in eterno a Palazzo Chigi ( e se andasse al Quirinale ?) . Sono scenari che non sveliamo certo noi oggi, ma che faremmo bene a non dimenticare. E i timori, in Forza Italia, si fanno già sentire; basterebbe ricordare quanto detto da Paolo Romani:"E’ chiaro che Fini fa tutto questo per accreditarsi come leader moderato e per fare concorrenza a FI". L’ombra del partito unico si allunga sempre di più sullo scenario della vita politica italiana e un’AN edulcorata, purificata, emendata del suo passato, con un capo carismatico quanto, e più, di Berlusconi, senza i suoi problemi con la giustizia, figlio di un percorso di espiazione, gradito ad un’alta percentuale di italiani, giovane, potrebbe essere la valida ala di destra, un’ala che prenderebbe sempre più corpo. E vogliamo dimenticare le grandi manovre di avvicinamento, di concordia, di intesa cordiale con l’UDC? Se ne parla ogni giorno, ormai. Che ci crediamo o no, il nuovo partito unico di centrodestra sta nascendo. E Fini sta studiando da capo.

    c) A quale prezzo?

    Lo abbiamo già detto : al prezzo dell’uscita di qualcuno, pochi tutto sommato. Qualche diverbio, qualche litigio, qualche schiaffo, sono in preventivo. Accuse, tante. Offese, tante. Poi tutto ritornerà come prima. C’è chi si è divertito ad enumerare le giravolte di Fini negli anni passati; c’è chi ricorda il momento dell’"elefantino" e il suo insuccesso e come nulla sia successo dopo; c’è chi dice che Fini è un vero politico, e quindi piuttosto cinico; c’è chi vede in questi atteggiamenti un uomo in carriera. Sarà vero, comunque non chiedevamo una maggiore visibilità di AN? Eccoci serviti: prima il voto agli immigrati ora la condanna del fascismo e della RSI. Che poi, a ben vedere, le frasi inquisite sono state già ridimensionate o almeno chiarite dallo stesso Fini di ritorno a Roma. Non ha forse già detto che il male assoluto sono "quelle pagine del fascismo che hanno contribuito alla Shoah", aggiungendo che il fascismo "fu anche altre cose"? E quell’ "anche" salverà l’anima degli iscritti; quel precisare un po’ bizantino sarà, sicuramente, portato avanti. In un Paese sofistico come il nostro, dove i distinguo salvano l’anima un po’ ipocritamente, qui, su queste parole, si giocherà la partita degli iscritti. E adesso ci dicono : la fiamma non si tocca! E perché? Ma toglietela, per favore… Che senso, che continuità ha con quel passato Alleanza Nazionale ? E quella sotto la fiamma non è, come qualcuno cerca di dimostrare arrampicandosi sui vetri, un basamento qualsiasi : rappresenta davvero il catafalco di Mussolini, dal quale fuoriesce la fiamma tricolore della continuità! Ci dicono : la fiamma non si tocca, per tener buoni i militanti più vecchi, più agguerriti. Ma per favore! Se svolta ci deve essere che sia davvero…Se è stata vera svolta ( verso che, poi, non si sa); se si crede che AN abbia chiuso definitivamente con il passato, tutto il passato, la fiamma resta un simbolo che non appartiene più a questa Alleanza Nazionale. Altrimenti che si continui pure in quella doppiezza fino ad ora perpetrata : democratici sì, ma con la celtica sotto la camicia, affinchè non si veda; di AN sì, ma con il distintivo di Mussolini dietro il bavero. In attesa di una nuova e definitiva revisione…

    Antonio F. Vinci



    Un po’ sul serio, un po’ per scherzo immaginiamo la diversa posizione di due militanti in Alleanza Nazionale.

    PERCHE’ FINI HA RAGIONE

    Il Presidente di Alleanza Nazionale continua il suo percorso iniziato con Fiuggi. Il cammino è limpido : prima la proposta di legge per rendere più restrittivo l’uso delle droghe; poi la proposta del voto agli immigrati ( se ne ricorda più qualcuno in questi giorni di bagarre ?); infine le esternazioni in Israele. La lunga marcia di accreditamento democratico di AN si svolge sostanzialmente senza grandi scossoni. Le tappe più importanti sono già state raggiunte e la meta per la formazione di una coalizione di centro-destra, o meglio di un partito unico di centro-destra, con a capo il giovane Presidente di AN è sempre più vicina. Fini incarna una Destra moderna, democratica, europea, che ha saputo affrancarsi dai miti del passato, quegli stessi miti che stavano alla base della sua nascita e che ora sono consegnati decisamente alla storia. Si chiudono i conti con il passato, si chiede perdono, si assumono con coraggio (riconosciuto anche dagli avversari politici) responsabilità anche non proprie. Benedetto Croce diceva che solo i morti non cambiano idea…Ora Fini può guardare al futuro, dopo essersi guardato alle spalle ed aver bruciato le navi che potevano ancora permettere qualche traghettamento nostalgico. Non ci sarà più spazio nelle sezioni per simboli e ricordi del ventennio. Tolleranza zero per busti di Mussolini, camicie nere, saluti romani, bandiere con la celtica, "a noi!" ed altro ciarpame…D’altra parte sino ad ora, dopo Fiuggi, quante volte si è scherzato tra camerati, tra onorevoli, in qualche Festa tricolore, a proposito di qualche braccio con mano troppo tesa, che subito veniva fatta sventolare a mo’ di democratico e piccolo borghese saluto? Era già in atto un’autoironia che ha fatto bene al partito che, ora, assorbe l’autocritica nei confronti del fascismo in modo pressochè indolore. Ora finalmente cadranno le ultime remore di chi voleva accostarsi ad AN ma era trattenuto dagli ultimi rigurgiti del passato. Finalmente le fila di ex democristiani, ex socialisti, ex monarchici, ex leghisti già presenti nel nostro partito, anche in posizione preminente, potranno essere ingrossate ulteriormente. Finalmente AN potrà diventare il partito di una destra attenta al sociale, ma in una sana competizione liberale; un partito che recuperi al centro, che colmi quel vuoto lasciato dalla DC.



    PERCHE’ FINI HA TORTO

    Le parole pronunciate durante la visita in Israele devono essere chiarite. Nessun problema se si tratta di condannare l’Olocausto, le leggi razziali, le discriminazioni condotte nei confronti degli ebrei sia durante il fascismo che durante la RSI. Ma il discorso cambia se la condanna si estende indiscriminatamente ad un periodo ventennale, ancora oggetto di analisi storica. Ma, a dire il vero, un’attenta lettura delle parole del Presidente non sembra che ci porti su questa posizione. Fini, però, sbaglia se crede di annacquare lo spirito del MSI. Non ci basta, come contentino, mantenere il simbolo della Fiamma ( scoppierebbe la rivolta, altrimenti); né ci sono sufficienti le assicurazioni in merito per il futuro. Quel simbolo ricorda fin troppo bene da dove viene fuori la fiamma, da quale catafalco…e la stessa scritta MSI ricorda fin troppo bene RSI…Non dimentichiamolo. Chi ricorda che sulla bandiera dei militi della RSI c’era scritto "Onore" non può accettare tatticismi elettorali. Ad ogni militante, specialmente di vecchia data, interessa essere sempre più partito di governo, essere sempre più forti, ma non certo a spese della nostra identità storica. Sono già tanti i "nuovi arrivi" che affollano il nostro partito, addirittura definendosi antifascisti, anche se Fini ha ricordato che tra i valori di AN c’è pure l’antifascismo…Temiamo di diventare una nuova DC, sempre più vicini ad una scelta economica liberista, dimenticando la nostra vera matrice sociale. L’obiettivo, nascosto ma neppure tanto, di diventare un partito unico, passando per l’adesione al PPE, quanto ci costerà? A spese di che? Non ci siamo venduti per tanti anni, non lo vorremmo fare adesso : se è vero che non vogliamo morire democristiani è anche vero che non vogliamo scioglierci in una melassa insieme a FI e all’UDC.

    Barbarossa