La sindrome dell’uomo nero - NUMERO 64

L’atmosfera italiana è sempre più… come dire …confusa. Mentre da una parte il  governo, pur con qualche distinguo al suo interno, continua il suo cammino imperterrito, l’opposizione non perde occasione per alzare i toni. Certo, l’opposizione, come si dice, fa l’opposizione e  in qualche caso la maggioranza le ha offerto  qualche assist inaspettato, ma l’impressione che se ne ricava è, appunto, di una certa confusione. L’opposizione, anche qui non sempre compatta, mostra il suo disaccordo per atteggiamenti e risoluzioni del governo che … non assecondano i propri punti di vista! L’opposizione dimentica che ha perso le elezioni e, anche se in un civile dibattito democratico, la maggioranza porta avanti il suo programma e non quello delle opposizioni! Ci sono poi gli scivoloni (a dire il vero da ambedue le parti qualche volta) che fanno sorridere… per non piangere. Ad esempio  “Il Giornale” del 6 luglio riportava una “Storia” di Massimo Balsamo dall’eloquente titolo "Fascisti". Ma la targa è stata distrutta dalla Cgil: lo scivolone dei dem . La sinistra continua a inanellare figuracce, è un dato di fatto. La patetica caccia al fascismo – una vera e propria ossessione per Elly Schlein & Co. – spinge i dem verso clamorosi autogol. L’ultimo episodio è quello registrato nella giornata di martedì a Firenze: allarme per il danneggiamento della targa dedicata al partigiano Aligi Barducci nel giardino del Torrino di Santa Rosa. Anziché attendere indicazioni sulla dinamica dei fatti, i compagni non hanno avuto dubbi: colpa dei vandali neri. E da Nardella in giù, l’ennesima figura barbina”. In effetti poi la vicenda si è sgonfiata, appurato che si era trattato di un incidente sul lavoro da parte di “operai della Fiom Cgil. La conferma è arrivata direttamente dall’ufficio stampa del sindacato: la lapide è stata abbattuta per errore da un camion di una ditta che lavorava al circolo la Rondinella nella giornata di domenica”, come si precisava nel resto dell’articolo. E’ solo un episodio, piuttosto emblematico però, della “sindrome dell’uomo nero”  che ci affligge in questi tempi. Non se ne può più! Non è possibile che quasi ogni giorno si gridi al pericolo fascista. Forse non ci si rende conto abbastanza che gridare “al lupo al lupo” in modo avventato porti a risultati controproducenti. Nessuno vieta, anzi, di vigilare sui principi democratici, ma vedere fantasmi del fascismo ovunque porta alla sfiducia nella credibilità di certe affermazioni. Gridare al fascismo, quando non ci credono più neppure quelli che vengono considerati gli eredi (se non alcuni forse per spirito di testimonianza personale di un passato, pur criticabile) a che serve? Non si difende così la democrazia, non la si rafforza, anzi. In questo modo si fa sempre più spazio il pensiero che si usi il fantasma del passato, la paura di un suo impossibile  – a tutti chiaro – ritorno solo per distogliere dal presente, solo perché non ci sono argomenti validi per affrontare i problemi quotidiani.

Antonio F. Vinci