Un senso eccessivo dello stato - Numero 37

SOMMARIO DELLA SEZIONE:

 



UN SENSO ECCESSIVO DELLO STATO

Nella recente campagna elettorale italiana un tema è stato assente: la lotta a Mafia, ‘Ndrangheta, Sacra Corona Unita, Camorra... la criminalità organizzata, insomma.
I mass media, invece, non ignorano questa triste realtà del paese. L’opinione pubblica ne è al corrente. Se ne parla, a mio avviso, anche troppo.
Emotività e sensazionalismo sono delle costanti in Italia. Ma sul piano pratico nulla cambia. Di recente, in provincia di Foggia, un individuo, perché respinto dalla donna amata, mosso dalla rabbia e dalla gelosia ha inviato per posta due pacchi bomba che hanno causato la morte di due persone. Che fosse lui il responsabile dell’attentato si è saputo dopo. Dopo che Cgil, Cisl e Uil della provincia di Foggia avevano organizzato una marcia di protesta contro la mafia, con la partecipazione di una folla inalberante cartelli e scandente slogan. L’invio dei due pacchi bomba, infatti, era stato subito attribuito - erroneamente - alla mafia. E subito erano intervenuti i sindacati.
La logica sindacale dello sciopero e della marcia di protesta è molto diffusa in Italia. Nello Stivale tutti sono pronti a partecipare a manifestazioni di sdegno e di protesta. Quest’ultime però lasciano il tempo che trovano, perché costituiscono una sorta d’abdicazione da parte dei singoli nei confronti di certe scomode scelte che ognuno di loro in concreto, nella vita quotidiana, dovrebbe fare per cambiare le cose. E non è con la teatralità, con il "portare avanti il discorso", con l’applauso in chiesa o fuori della chiesa, con l’inalberare cartelli, con l’intrupparsi sotto la bandiera sindacale che certi cambiamenti di mentalità - la mentalità che è alla base dell’illegalità, della sopraffazione e dell’abusivismo - potranno mai avvenire. Ma la "denuncia delle istituzioni" è la logica di molti in Italia, soprattutto al Sud, dove esiste un senso esagerato dello Stato cui vien fatto carico di ogni responsabilità. A Napoli, per esempio, alle istituzioni, allo Stato viene attribuito il dovere di risolvere l’emergenza rifiuti, vale a dire il grave problema cronico delle immondizie sparse ai quattro venti e non raccolte. Pochi però, tra i cittadini, fanno il loro dovere in relazione ai "rifiuti solidi urbani". In altre parole, i cittadini, in genere, sporcano allegramente, invocando contemporaneamente l’intervento delle "istituzioni", in cui agisce - va detto - gente che proviene dai loro ranghi e che pensa soprattutto al proprio utile particolare. Il tutto in un dilagare continuo di chiacchiere, denunce, esibizionismi, polemiche. Il problema quindi non è la famigerata "mancanza del senso dello Stato" - per usare questa espressione trita e ritrita che, secondo me, non dice assolutamente nulla - ma esattamente il contrario: troppo senso dello Stato. A scapito di un senso civico elementare.
Prendiamo la cronaca nera. Nella città del Vesuvio vi è una diffusa criminalità. Ma vi è anche molta isteria. La lettura di un giornale come "Il Mattino" mostra infatti, fuori di ogni dubbio, che i mass media esagerano nell’allarmismo dando rilievo a fatti di cronaca anche minori. E come a Napoli, altrove. I giornali, in Italia, riportano qualche volta persino i suicidi. Qui a Montréal noi siamo beatamente ignari che ogni giorno, in città, avvengono scippi, aggressioni, rapine a mano armata ed altri fatti di cronaca nera, perché queste notizie sono riportate solo dai giornali di quartiere e in maniera molto striminzita: quattro o cinque righe.
Dei tristi fatti di cronaca che avvengono attraverso il Canada, i mass media parlano solo se si tratta di casi gravissimi. E ne parlano brevemente. Il fatto è che il pubblico canadese pensa soprattutto ai fatti propri. Qui esiste, infatti, il contrario dell’allarmismo e dell’isteria "all’italiana" nei confronti dei fatti di cronaca nera. E questa mancanza d’isteria ci fa vivere senz’altro meglio.

Claudio Antonelli
(Corrispondente dal Canada)



QUANDO IL PROBLEMA SOCIALE DIVENTA PROBLEMA POLITICO

Cerco di condensare il problema sociale , sapendo che in Italia esso é spesso sconosciuto.

Eccone i contorni:

si nota spesso una diversa mentalità, ma anche una diversa valutazione dei fatti italiani, fra emigrati e residenti. Non é un caso che gli emigrati non hanno granché votato per CdL. Possibili ragioni per cio’:

  • il fatto che gli emigrati vivono spesso in strutture sociali che funzionano;
  • essi sono spesso abituati a vedere, nella società in cui si trovano, i fatti e non le chiacchiere della Commedia dell’ Arte Politica Italiana.
  • La tradizione italiana "adattati a tutto, anche al peggio; non cercare di aggiustare nel sociale quello che non funziona, chissene…" ha fatto sì che si siano accumulati nei decenni quintali di problemi;
  • a causa del punto precedente, ma anche perché gli interessi nazionali non esistono più (degrado aiutando); sostituiti dagli interessi di bottega o di clans, si é persa l’ abitudine, da decenni, di riflessioni lucide, obiettive, per cercare le soluzioni a problemi sociali. Si preferiscono piuttosto le lotte tra Guelfi (destra) e Ghibellini (sinistra). Più interessanti...
  • Si vorrebbe che fosse creata occupazione, giusto. Ma quale imprenditore inizierebbe una attività in una società che non funziona ? Nella società dell’ incerto e del confuso, ove la verità e la certezza sono state seppellite, dopo l’ aggressione subita? Gli aggressori, mai combattuti, sono tanti, ma i più pericolosi sembrano:
    • la cappa di menzogne, false verità, improvvisazioni, irresponsabilità, incapacità, doppio o triplo linguaggio, ipocrisia, nella vita sociale;
    • lo sparito interesse per l’ impegno ed il lavoro di qualità in tanti contesti che sono stati lottizzati...
    • il seppellimento dei valori nella vita sociale, ben rimpiazzati dagli interessi di parte. I quali sono in genere ben conosciuti, salvo che possono cambiare ad ogni giro di vento...
  • Il gran numero di problemi irrisolti, e i tentativi di clans e cordate di risolverli solo con un taglio privato, ma non per tutti, ha portato allo scenario attuale: una ex-società, sostituita da clans e parrocchie, sotto l’ imperio dei quattro dittatori: Confusione, Rassegnazione, Irresponsabilità e Allegra Gestione.

Ciò che non si dice, sembrerebbe: una società scassata non può sostenere un’ economia vigorosa, ma le mette il piombo sulle ali.. Inoltre : una società lottizzata ammazza l’ impegno e il lavoro di qualità...

La somma di tanto andare, in Europa, si chiama INEFFICIENZA. In Italia, IL SISTEMA...

Come conclusione, direi, ci sono oggi due sviluppi possibili:

  • non trattare il gigantesco problema sociale e le sopravvenute incapacità sociali. In tal caso, tempo alcuni anni, saremo parte del club "America Latina"; a causa di tanti GAPS rispetto ai Paesi competitivi e funzionanti;
  • fare una valutazione seria delle cause sociali, al di fuori del contesto politico e colla testimonianza degli emigrati. Per definire le misure urgenti e iniziare la catarsi e la europeizzazione della società. In cinque anni, se il processo fosse in mano a gente capace (quindi escluso i politici) e determinata, la società inizierebbe a funzionare e l’ economia potrebbe ripartire.

Come punti di base, mi sembra che non ci sia altro, eccetto un fatto visibile; in una grande città come Roma, vedere tanta gente rassegnata fa pensare ad una di queste due cose: a) la gente é cresciuta come un gregge; b) oppure alcune reti TV diffondono onde subliminali, che avrebbero lo scopo di non far pensare la gente, rendendola, appunto, simile ad un gregge. Io per fortuna, non guardo Mediaset, quindi conservo una certa capacità di pensare, almeno per quello che é possibile quando si é superati i ...anta.

Antonio Greco
L’ Emigrato
angrema@wanadoo.fr



ABOLIRE I COSTI DI RICARICA

La redazione del Barbarossa desidera esprimere sostegno all’iniziativa promossa dall’amico Andrea D’Ambra per l’abolizione dei costi di ricarica dei cellulari. Nella prima meta’ di aprile 2006, Andrea (studente della facoltà di Scienze politiche all’università Federico II di Napoli); spinto dal desiderio di dire basta all’ingiusta anomalia tutta italiana dei costi di ricarica imposti da tutti gli operatori di telefonia ha promosso una petizione.

La petizione ha gia’ superato diverse centinaia di migliaia (si’, avete letto bene!) di firme salendo alle "luce della ribalta" grazie all’assist fatto da Beppe Grillo sul suo blog www.beppegrillo.it .

In quest’ultima settimana di maggio la petizione e il tema della ricarica dei cellulari e’ stato anche trattato da RAINEWS24 e RAITRE dando ulteriore risonanza all’iniziativa del nostro Andrea.

A breve la petizione sara’ inoltrata alla Commissione Europea, l’antitrust e le Authorities.
Per apporre la propria firma e’ recentemente stato creato un sito apposito: www.aboliamoli.eu