IL CALCIO, SPORT MACHIAVELLICO E DEGENERE - Numero 38

 

La CBC - televisione di Stato canadese - non ha trascurato l’Italia in occasione del campionato mondiale di calcio, disputatosi in Germania. Il telegiornale serale, diffuso dopo la vittoria dell’Italia sull’Ucraina, ha consacrato un servizio al calcio in generale e a quello dei giocatori italiani in particolare. I telespettatori hanno avuto così diritto, "a mari usque ad mare", ad un sermone dai pesanti toni sarcastici contro il calcio, visto come lo sport dei tuffi o dell’immersione - sport del "diving" è stato definito - da parte di 11 ridicoli pseudo-atleti, bravi solo a cadere al suolo simulando di aver subito un fallo. Uno sport, insomma, da mezze cartucce, per non dire da "mezze seghe": uomini senza nerbo, ma scaltri e teatrali, bravissimi nel tuffo sull’erba, con smorfie di dolore, allo scopo di far intervenire l’arbitro contro la squadra avversaria. Il filmato moralistico-beffardo su questo sport praticato da ridicole donzelle in calzoncini, molto brave nel simulare il contrario dell’orgasmo, ha messo in assoluto primo piano gli atleti italiani. Stando alla CBC, i calciatori italiani sono i maestri incontestati del "tuffo per fallo inesistente" in cui consiste questo "sport d’immersione", disputato da atleti che più spesso stanno sdraiati che all’impiedi. A conferma dell’infingardaggine degli italiani è stato mostrato il goal "rubato" all’Australia dal "simulatore" Grosso, riuscito con le sue smorfie al suolo a far ottenere un rigore alla propria squadra. Poi, per rendere più scientifico l’assunto degli italiani "maestri tuffatori-truffatori degli stadi", il regista televisivo ha mostrato una grottesca seduta d’allenamento di una squadra di calcio "tipica" italiana: l’allenatore dava ritmicamente il segnale e i calciatori - tutti vestiti di nero e un po’ obesi - piombavano al suolo fingendo di aver subito un fallo. Si trattava, naturalmente, di un filmato di fantasia, basato sull’idea centrale di questo servizio della CBC: il calcio non è uno sport da uomini - da canadesi - ma uno sport da italiani, vale a dire da femminucce scaltre, buone solo a far finta di essersi fatte male. Confesso di essere rimasto disgustato da questa manifestazione rozza e anche patetica di "etnocentrismo" nella fiera patria del "multiculturalismo". E amaramente sorpreso da questi rigurgiti antitaliani. Ma poi ho capito che la minaccia ai "valori canadesi", costituita da uno sport come il calcio, è reale e grave. In occasione dei mondiali, il Canada si è ritrovato coperto da una marea di bandiere, le più diverse, nessuna della quali conteneva la foglia d’acero. Le manifestazioni di tifo sportivo, a migliaia di chilometri di distanza dalle città tedesche dove si disputavano le partite di giocatori in pantaloncini, hanno fatto impallidire gli avidi consumatori di cibo e bevande che assistono agli sport di squadra nordamericani praticati con la corazza e l’elmetto.Troppo è troppo, devono essersi detti i canadesi. Uno sport in cui gli italiani eccellono non può essere, dopo tutto, uno sport serio. E così la CBC, in questo servizio-pantomima, è ricorsa all’arma della caricatura e del pesante sberleffo, mettendo alla berlina i giocatori azzurri e interrogando degli esperti canadesi sul futuro del calcio in questa terra. Costoro hanno espresso l’immutabile fede di tutto un popolo nell’ hockey, autentico e insostituibile sport, basato sullo scontro cruento e non sulla simulazione, e degno quindi di veri uomini, come hanno spiegato con serietà. Cosa dire altro, se non che l’identità canadese appare molto fragile, considerata la reazione della televisione di Stato; che gli italiani continuano ad essere quelli su cui è sempre facile dire sconcezze; che l’antiamericanismo, come pilastro dell’identità "a mari usque ad mare", non basta più: occorre ora combattere il "soccer", questo sport degenere basato sulla teatralità isterica e sul machiavellismo all’italiana. Bisogna infine dire che la vittoria finale dell’Italia sulla Francia, con la conquista della coppa del mondo, malgrado un rigore su fallo subito proprio dall’Italia, ha mostrato a tutti che i calciatori italiani non sono proprio la barzelletta che la CBC voleva.

Claudio Antonelli