IL MAL DI PANCIA DELLA DESTRA - Numero 26

 

Non si son dovute attendere le elezioni regionali perché i timori espressi nel Congresso nazionale di Nuova Alleanza ( vedi l’articolo in Speciale di questo numero) si avverassero. Il minitest delle elezioni suppletive di domenica 24 ottobre ha confermato i timori. La CdL è precipitata, perdendo in tutti e sette i collegi a favore del centro-sinistra. E’ inutile nasconderselo: sta cambiando decisamente il favore dell’elettorato. Scarsa la partecipazione dei cittadini al voto? Sì, certo; il 40,2 per cento, però non significa che sono andati a votare solo gli elettori orientati verso il centro-sinistra. E se anche così fosse, si vuole giustificare un elettorato di centro-destra che non è andato a votare? E perché non è andato? Certo nel Collegio di Napoli-Ischia la presenza della lista di Alessandra Mussolini ha fatto perdere il candidato della Casa della libertà. E a Milano? D’accordo: c’erano troppi candidati che hanno tolto voti al centro-destra, ma non era un Collegio sicuro? E poi, con tutto il rispetto per il dott. Bresciani, ma perché preferirlo all’ex presidente della Rai Roberto Zaccaria? Solo perché è il medico di Bossi? Insomma c’è anche un problema di candidati da mettere in lista. Alle rimostranze poi della Lega, che si lamenta dell’estraneità di alcune forze della Casa della Libertà nel sostenere il proprio candidato, credo si possa rispondere che è vero solo in parte. Però, però…Perché la Lega si può sfilare alle elezioni provinciali di Milano e presentare un proprio candidato in alternativa alla Colli, aiutandola a perdere; perché corre da sola nelle comunali, facendo perdere la Casa della Libertà; perché a lei deve poter essere permesso tutto e il contrario di tutto, compreso un peso ministeriale inadeguato ai voti ottenuti, e poi permetterle anche di lamentarsi? Perché agli altri partiti della coalizione non deve essere permessa un’autonomia di manovra che diventa freddezza per candidati non graditi, che è comunque cosa ben diversa dal presentare candidati propri come fa la Lega, mentre al partito di Bossi è consentito ben altro? O la Lega è con la Casa della Libertà, sempre, oppure passi all’opposizione. Non sarebbe la prima volta… Ma il "mal di pancia" della Casa della Libertà ha in serbo ben altro. Il centro-destra non riesce a comunicare - e meno male che Berlusconi è un grande comunicatore…- i suoi successi in questi anni di governo; non si riesce a controbattere la campagna del centro-sinistra che sta facendo passare il messaggio di un Berlusconi che in questi anni ha solo pensato a fare leggi per sé. Non è così, ma in politica non conta quello che è ma quello che appare…La gente votava Berlusconi perché sperava che avrebbe fatto marciare l’azienda Italia come una delle sue, cioè bene. La delusione, ora, senza interrogarsi se è stata incapacità piuttosto che la crisi economica mondiale, la litigiosità dei partiti all’interno del Polo piuttosto che il peso di una situazione pregressa vincolante, spinge l’elettorato a vendicarsi della Casa della Libertà. Il passo da un Berlusconi "taumaturgo" ad un Berlusconi che ha solo pensato "pro domo sua" è breve. E AN? AN combatte con le sue correnti interne; con Storace che fa una sua lista e viene contestato a Roma; una conduzione del partito in Lombardia, e non solo, che lascia perplessi molti; un elettorato che lo abbandona sempre di più; un’immagine deteriorata che la fa somigliare sempre più al reggicoda di FI… La strategia di AN in questi anni è stata ondivaga, con un’ alleanza ( come quella dell’elefantino) incomprensibile, con uscite a nostro avviso giuste ma mal presentate ( come il viaggio in Israele di Fini o la proposta di voto agli immigrati). L’elettorato di AN, cresciuto velocemente, è incerto ed ormai tende ad abbandonare il partito. I militanti, vera forza, si dissolvono; le sedi restano chiuse; l’impressione è che si stia trasformando sempre più in un partito della prima Repubblica… A quando un sincero mutamento di rotta? Fino a quando si pensa di poter sfruttare posizioni di rendita? Quanti altri casi come la Provincia di Milano dobbiamo attendere? Non ci bastano più le rassicurazioni di comodo; le belle frasi; le sceneggiate televisive; l’eloquio pacato di Fini ( e che il suo indice di gradimento sia più alto di quello del partito non mi sembra un dato positivo); il tentativo di recuperare immagine contestando il piano di Berlusconi sulle tasse o chiedendo a viva voce un rimpasto. Si crede che l’elettorato fedele resti tale sempre, magari con il mugugno o "turandosi il naso" come diceva Montanelli. Non è più così. Non sono più i tempi in cui l’elettorato permetteva oscillazioni di qualche punto percentuale, non cambiando sostanzialmente il sistema. I barbari sono alle porte e noi discutiamo del sesso degli angeli. O di qualche ministero…

Antonio F. Vinci