Castellanza (va) - Numero 37

Un sindaco per cambiare pagina


Ormai la data delle elezioni amministrative è dietro l’angolo: si vota domenica 28 maggio e lunedì. Gli schieramenti sono appaiati, come le quadrighe nella famosa scena di "Ben Hur", pronti per lo sprint finale.
Ma quali le novità? Non che si debba necessariamente essere "innovativi" per avere successo o,meglio, per rispondere alle esigenze della cittadinanza, ma cambiare aria in effetti si può, si deve.
E Castellanza ha bisogno di cambiare aria.
Gli schieramenti sono quattro:

  • Insieme per Castellanza, guidata da Lidia Zaffaroni, che raccoglie tutte le forze del centro-sinistra, ad eccezione della Margherita;
  • Castellanza democratica, guidata da Benedetto De Rienzo, formata dal "grande centro" di Mario Rossi e dai seguaci di Livio Frigoli;
  • Impegno per la città, guidata da Maria Grazia Ponti, il sindaco uscente;
  • Casa delle libertà, guidata da Fabrizio Farisoglio, e che comprende anche la lista civica capitanata da Antonio Tellarini.

A leggere i programmi delle diverse liste il cittadino attento non nota questa grande differenza nei contenuti. E non per insipienza dei redattori, ma perché - ovviamente - i problemi della città sono sempre quelli a tutti noti da anni e di non semplice risoluzione. Mutamenti radicali, geniali risoluzioni non sono sempre a portata di mano, perché si scontrano con la limitata riserva delle risorse, che - notoriamente - non sono infinite e sono ulteriormente limitate da priorità da cui non si può prescindere.
Eppure Castellanza, si diceva, deve cambiare aria.
Da anni si perpetua una situazione che vede protagonisti gli stessi personaggi, con frequenti attriti fra di loro, con un fare politica tra conventicole e confraternite, senza una reale partecipazione della cittadinanza. Anche perché la cittadinanza, diciamo la verità, non è particolarmente interessata a questa gestione del potere; non la capisce; non la segue.
I cittadini di Castellanza non hanno capito il perché di questa crisi amministrativa, o forse lo hanno capito fin troppo bene, quando il sindaco uscente ha mostrato la sua determinazione nel non farsi manovrare dalla sua stessa maggioranza.
A Castellanza la scelta elettorale è fondamentalmente dettata - come in tutti i paesi di provincia - da appartenenze, amicizie, legami di genere diversi.
Muovendoci tra la gente in questi giorni di campagna elettorale abbiamo sentito motivazioni le più varie in merito alla preferenza da accordare: è un mio coscritto; abbiamo fatto tutte le scuole assieme; abitavamo da piccoli nello stesso cortile…Come se queste potessero essere delle motivazioni serie, un giudizio sulla conduzione della città, una valutazione e una prospettiva sul futuro della città.
Con Fabrizio Farisoglio la città può voltare pagina.
E’ un giovane manager, lontano dalle conventicole, presente da anni sul territorio, stimato professionalmente. Nella Casa delle libertà di Castellanza rappresenta il nuovo, che però non si trincera dietro la patente del "tecnico prestato alla politica", una figura che ha fatto ormai il suo tempo, mostrando che laddove c’è una presunta verginità politica spesso ci sono dietro le pressioni dei vecchi volponi della politica.
Farisoglio è abituato alle decisioni, ma non è un autocrate; pronto al dialogo, non si lascia irretire dal "fuoco di sbarramento" degli interlocutori. Il suo essere al di sopra delle parti, non presente nei "circoli", ma attento alla sua città, gli potrà permettere di liberare quelle energie che in Castellanza ci sono, e come.
Castellanza è una città che ha sempre mostrato di possedere grandi risorse, umane e morali.
Pochi sottolineano che questa città ha, ad esempio, tutte le scuole, dalle elementari all’università, private: segno di vivacità culturale, ideale, economica. Oltre, naturalmente, ad avere una significativa presenza di scuole pubbliche.
Questa città ha sul suo territorio due cliniche private di prestigio.
Questa città ha sul suo territorio tre grandi supermercati, scelte fatte in anni in cui non si temeva di mettere in ginocchio il piccolo commercio, ma che - comunque - hanno permesso di calmierare i prezzi.
Questa città ha sul suo territorio una chicca come il Museo Pagani, uno dei più importanti in Italia e in Europa, di proprietà privata ma aperto alla fruizione pubblica. A nostro avviso non sufficientemente valorizzato e sostenuto.
Castellanza è un po’ il laboratorio di un’Italia che vuole fare da sé, che ha sempre fatto da sé e che, laddove non si chiude in cerchie ristrette, sa dare il meglio di sé.

Antonio Vinci