Coglione di un militante - Numero 34

 

"Di autogol se ne fanno tanti, nel calcio come nella vita. Capita. Ma quello che i Ds hanno messo a segno nell’estate-autunno del 2005, sostenendo con una foga spropositata l’assalto dell’Unipol alla Banca nazionale del lavoro, è destinato a rimanere negli annali. Niente e nessuno obbligava Piero Fassino & C. a schierarsi platealmente al fianco di Giovanni Consorte, lo spericolato presidente della compagnia controllata dalle Coop. Nel mercato, anzi, prevalevano gli scettici, giacché la Bnl appariva un boccone troppo grosso per un predatore famelico ma gracile. Il patatrac è arrivato quando si è scoperto che il manager presunto rosso era in cordata con Gianpiero Fiorani, autore del fallito attacco della Banca popolare italiana all’Antonveneta, arrestato il 13 dicembre per associazione a delinquere; e che grazie a lui si esercitava in speculazioni a scopo di arricchimento personale, non pago dello stipendio di un milione e mezzo di euro all’anno elargitogli dall’Unipol".
(Claudio Rinaldi, I furbetti del Botteghino, L’Espresso 4 gennaio 2006)



Angelo Allegri ha intervistato lo storico francese Pierre Milza, autore di una recente Histoire d’Italie e noto anche per una biografia su Mussolini, del 2000, proprio in questi giorni diffusa nella collana delle biografie di uomini illustri pubblicata da "la Repubblica". A proposito del declino italiano, che mostra il nostro Paese come incapace di ripetere gli anni del boom economico, così risponde lo storico francese: " Francamente mi sembrano situazioni così diverse…Certo ci possono essere dei problemi economici specifici, ma se lei guarda alle librerie francesi sono piene di volumi appena usciti in cui si parla del declino della Francia; lo stesso accade in Germania. Questo mi fa pensare che il tema sia più vasto, che riguardi l’Europa nel suo complesso. Ma sono comunque scettico su quella che mi sembra soprattutto una moda. Ricorderà che negli anni ’70 ad essere in declino erano gli Stati Uniti. Poi si è scoperto che non era vero niente. In più, guardando all’Italia degli ultimi decenni, vedo tali e tante prove di vitalità…"
(Il Giornale, 5 gennaio 2006)



"E’ proprio il caso di citare un antico proverbio:"Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi". E quello che è stato scoperchiato non è stato soltanto il tentativo dell’Unipol di scalare la Bnl con mezzi oggi accusati di aver costituito una associazione a delinquere:è l’odio reciproco che si è verificato all’interno delle componenti del futuribile Partito Democratico. E’ emerso che la lotta senza quartiere contro Berlusconi nascondeva la vera essenza del partito dell’Ulivo, cioè l’odio reciproco. Le dichiarazioni di Prodi sono apparse come una lettera accusatoria, e la loro accettazione da parte di Fassino come un atto di disperazione politica."
(Gianni Baget Bozzo, il Giornale, 6 gennaio 2006)



"Così come in passato avevamo sollevato molte perplessità sulle disinvolte manovre di Consorte & C.,oggi non crediamo neppure all’ipotesi opposta, quella avanzata da certi ambienti della sinistra, che scarica tutte le colpe su Cric e Croc: messi da parte i due malandrini, il mondo delle coop e i Ds tornano immacolati che più bianco non si può."
(Giancarlo Mazzucca, Il Giorno, 8 gennaio 2006)