PER IL BENE DELL’ITALIA NON VOTARE UNIONE - Numero 36

 

Un’attenta lettura del Programma elettorale dell’Unione ha portato a curiose scoperte:

1. vi sono ben 26 pagine fantasma, cioè in bianco, non numerate che sono state conteggiate; quindi la mia lettura si è "limitata" a 235 pagine (23 sono : copertina, indice, titoli e sottocapitoli);

2. viene usato un linguaggio lessicalmente involuto e sintatticamente opinabile rendendo pressoché incomprensibile, al comune elettorato, il contenuto del ponderoso documento;

3. nel capitolo riguardante la Costituzione per ben undici pagine viene ribadita la volontà di non voler alterare la Costituzione;

4. per quel che concerne l’economia Prodi sostiene di volere:
- ridurre il costo del lavoro di ben cinque punti
- incentivare il lavoro degli anziani
- incentivare il lavoro dei giovani
- incentivare l’inserimento nel mondo delle categorie disagiate
- estendere gli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori

5 nel capitolo giustizia viene proclamata la necessità di trovare risorse umane per smaltire gli arretrati ed amministrare la giustizia in tempi più rapidi;

6 alla voce volontariato viene confuso, ancora una volta, l’assistenzialismo con la sussidiarietà;

7 viene scomunicata la "Riforma Moratti". Si ritorna al motto "meno Manzoni, più Gramsci";

8 per quel che concerne la famiglia viene proclamata la volontà di dare un "bonus bebè" di ben 2.500 euro dalla nascita fino al compimento del sesto anno;

9 Vengono addirittura ipotizzati ben tredici "garanti" tra i quali quello per:
- la dignità delle bambine
- l’attività fisica
- la cultura
- lo spettacolo dal vivo

Qualche considerazione in merito:

1.il pesce puzza dalla testa, l’Unione ha barato fin dalla numerazione delle pagine;

2.chi scrive molto, dicendo poco di nuovo, vuol dire che vuole confusione intellettuale;

3.Le risorse finanziarie ed umane per la politica del lavoro e della giustizia possono essere reperite o ricorrendo al sovrannaturale o creando un serbatoio illimitato di risorse umane. Conseguentemente l’unica strada percorribile è, come più volte velatamente accennato da Prodi, l’introduzione del servizio civile obbligatorio per i ragazzi e le ragazze dai 18 ai 28 anni retribuiti, come capitava ai militari di leva,simbolicamente. Viene quindi introdotta una "tassa sulla gioventù" mascherata da incentivazione alla solidarietà ed introduzione nel mondo del lavoro. Sembra di ritornare ai tempi del maoismo: tutti gli studenti devo essere contadini. Per Prodi tutti i ragazzi devono essere volontari…coattivamente. Ancora una volta confonde la sussidiarietà con l’assistenzialismo.

4. La scuola unionista sarà statalista e faziosa e si continuerà a scrivere la Storia con la mano sinistra ed a perseguire il perverso disegno della "normalizzazione" culturale (chi non la pensa come la Sinistra deve essere emarginato perché socialmente anomalo). Verrà abolita l’alternanza scuola lavoro e cancellato il tutor quale ufficiale di collegamento tra la scuola e l’azienda. L’alunno non potrà più né valorizzare la proprie attitudini né valorizzare il proprio potenziale.

5. L’abolizione parziale dell’IRAP (prevista anche dalla Casa delle libertà); la riduzione del costo del lavoro del 5% e l’incremento dei fruitori degli ammortizzatori sociali comportano oneri astronomici per le Casse dello Stato. La domanda viene spontanea : "Come vengono reperiti i fondi"? Il Programma non lo dice! Poiché nella coalizione di Prodi hanno un peso rilevante le ideologie che ritengono il profitto un furto ed il lavoro autonomo un’attività delinquenziale (approfittatori, evasori fiscali e via dicendo); non è difficile immaginare una ulteriore torchiatura del popolo della partita IVA ( che sarà "monitorato attentamente" dallo studio di verificatori fiscali reperiti attraverso il servizio civile obbligatorio).

6. L’eccesso di garanti istituzionali mina la libertà individuale. E’ la tipica impostazione marxista. L’individuo (quota parte della massa) fa premio sulla persona (soggetto di diritti inalienabili ed indisponibili); pertanto occorre inquadrare e indirizzare sotto il profilo normativo (tramite i "garanti") gli italiani dalla culla alla bara. Ancora una volta lo Stato, secondo il punto di vista dell’Unione, è fonte delle regole e non l’arbitro dei comportamenti dei cittadini.

Elettori … meditate, meditate.

Maurizio Turoli
Circolo Carlo Magno - Milano
maurizio_turoli@yahoo.it