Intervista a Bucciarelli - Numero 07

INTERVISTA A BUCCIARELLI

Fabrizio Bucciarelli non solo è un nostro collaboratore, praticamente dalla nascita del periodico, ma ha tutte le caratteristiche per essere considerato un "personaggio". Le sue prese di posizione per quanto riguarda la politica della Destra italiana, sia quella istituzionale che quella espressa dai vari gruppi e movimenti, lo mettono spesso in condizioni di essere fortemente contestato. E chi visita la mailing list di Azione giovani lo sa fin troppo bene. A Bucciarelli il "Barbarossaonline" ha posto alcune domande.

Barbarossaonline: Chi è Fabrizio Bucciarelli? Di cosa ti occupi?
- Sono un giornalista e mi occupo di tematiche giovanili e di questioni militari e geopolitiche per quotidiani, settimanali e mensili.

Ritieni sia giusto collocare il tuo pensiero in un’ottica di Destra?
- Se per Destra si intende la valorizzazione del proprio popolo e della sua cultura, del concetto di "Patria" quale "Terra dei Padri" e di un suo fondamentale ruolo europeo e mondiale; se si crede che tale ruolo implichi l’accettazione di una civiltà e di percorsi straordinari; se si intende per Destra l’antitesi dell’anacronismo della Sinistra e delle sue forme più estreme...allora sì, credo proprio di identificarmi in una Destra democratica come quella di Alleanza Nazionale.

Una Destra che però non è composta solo da AN ma anche da numerose aree più o meno vicine ad essa.
- Certo ma con le dovute differenze: non si può paragonare la Destra moderna e democratica di AN con gruppuscoli e movimenti anacronistici e legati in termini eccessivamente nostalgici ad un passato che va affrontato con maturità ma che non va innalzato a qualcosa di assolutamente positivo.

Ti riferisci al Ventennio?
- Anche , ma soprattutto alla R.S.I. . Il Fascismo è stato un fenomeno certo interessante ma con aspetti negativi e contraddittori che dovrebbero anche inquietare chi li affronta in chiavi irreali o dogmatiche. Per fare un esempio, se si può ammirare il Mussolini degli anni ’20 e ’30 non credo sia possibile farlo a partire dalle leggi razziali e l’alleanza con Hitler.

Ma la Destra basa molto sul proprio passato...
- Certo, ma una Destra costruttiva dovrebbe farlo solo nei termini di critica costruttiva, senza divinizzare chicchessia e soprattutto senza cadere nei tranelli che l’hanno costretta ai ghetti della politica per quasi mezzo secolo.

Eppure esistono numerosi aspetti che la, o "le", Destra potrebbero intendere come "comuni"...
- Giustissimo! Le guerre intestine non giovano che agli avversari e contribuiscono a creare climi nefasti di carattere interno e sconcerto nella gente che a un certo punto non si raccapezza più sul "Chi è chi? ".

Prendiamo ad esempio i rapporti tra questa tua concezione e quelle di Forza Nuova o Fiamma Tricolore o altre similari...
- Esistono alcuni punti che mi interessano particolarmente e che in certa misura condivido, quali l’attenzione alla questione extracomunitaria soprattutto di matrice islamica; l’interesse per un’ Europa forte e autonoma militarmente; l’allargamento della NATO alla Russia; la valorizzazione del ruolo familiare; la lotta senza quartiere alla malavita organizzata e alla corruzione. Altre questioni mi trovano invece dissenziente quali i rapporti con le realtà del Vicino Oriente nel ruolo di Israele e un ’ eccessiva ostilità circa la questione dell’ aborto; l’eccessiva glorificazione del Fascismo e soprattutto certe vicinanze con movimenti o gruppuscoli neo-nazisti e loro derivazioni. Fenomeni come questi non devono essere tollerati nelle loro forme estreme.

A proposito di Vicino Oriente e di Israele qual è il tuo parere?
- Ha torto chi mi definisce un accanito difensore di Israele e un odioso nemico dei Palestinesi perché semplicemente non dice la verità: ritengo che questa complessa situazione sia solo la punta di un iceberg che dovrebbe far maggiormente riflettere l’Europa e in questo caso l’Italia.

Pro o contro Israele? Pro o contro i Palestinesi?
- Israele è una realtà, uno Stato sovrano con tutti i diritti e i limiti del caso: è formato dalle miriadi di esperienze che dalla Diaspora mondiale hanno contribuito a creare uno Stato forte e temprato da anni di guerre e di tensione terroristica: a mio avviso, e se si eliminano i soliti pregiudizi razziali e di religione, lo ritengo una diretta emanazione della nostra cultura e quindi dell’Europa. Ritengo sia un popolo che desideri la Pace come pochi altri ma dopo le vicende storiche e note a tutti è certo di essere in realtà solo, con alleati che lo ritengono comunque possibilmente sacrificabile ai propri interessi, con l’odio dell’Islam e l’insofferenza di molti. Ma è facile fare cattedra in un’Italia dove i giovani tentano il suicidio o l’ipocrisia dell’obiezione di coscienza per non affrontare il "trauma" del servizio militare e dove la stragrande maggioranza vive con drammatico impegno il dubbio su quale discoteca andare a tirare tardi al venerdì sera tra una droga e un’ altra. La questione palestinese mi vede schierato principalmente con le loro giuste richieste e con la consapevolezza di vederli essi stessi nazione, ma sono loro ostile in quanto emanazione diretta di quell’aggressione islamica che io ritengo realtà occulta, a cui occorre accennare con la massima circospezione per la stupidità del politically correct. Hamas o Al Fatah, Hetzbollah e i loro alleati siriani o iracheni non sono certo amici dell’Italia come di Israele. Insomma difendo chi credo subisca il torto del terrorismo indiscriminato e capisco le legittime aspirazioni di chi vuole conquistarsi la propria Patria e null’altro perché in eventi e contrapposizioni come queste non esistono mai né eroi né martiri ma solo la tragica realtà della morte e dell’inutilità.

Una visione quindi "razzista" dell’Islam? Non è certo questa una corretta interpretazione della legge italiana, della nostra cultura e di quella svolta di Fiuggi che vide nascere Alleanza Nazionale...
- Per me esistono due forme differenti di "razzismo": negativa e positiva. Quella positiva è quella cui facevo e faccio riferimento e che si basa sul rispetto delle diversità. Un cittadino italiano di religione islamica non mi spaventa né preoccupa in alcun modo fino a che questi si integra socialmente, accetta parte della nostra cultura e tutte le leggi pur mantenendo contatto e consapevolezza con le sue radici; se invece decide di inserirsi in un tessuto sociale eccessivamente libertario e ne sfrutta le possibilità e le tutele per fini illeciti o per espandersi, la cosa non mi garba affatto.

Un po’ come dice Forza Nuova?
- Sì, certo. Ma anche come dice il Cardinal Biffi e molti altri che vedono un Islam in preoccupante fase di espansione sia sociale che politica che religiosa. E con l’Islam non si scherza quando assume le sue forme più estreme...

Ti riferisci a Bin Laden?
- Mi riferisco a due parallelismi: uno ideologico e l’altro religioso. Il comunismo, che da sempre supporta il mondo arabo nelle guerre contro Israele, ha avuto la sua massima espressione non tanto in Russia o in Cina ma nella Cambogia di Pol Pot o nella Korea del Nord con l’incubo sterminatore del comunismo reale. Dall’altra parte c’è un Islam che non accetta la nostra cultura e che non si integra nella speranza di diventare una "società nella società" e che si inserisce poco a poco in tutto il tessuto della nazione per poi forse un giorno sovvertirlo. E con il supporto di quelle sinistre che lo coccolano, lo vezzeggiano senza farlo progredire o limitare e con la speranza di sfruttarne le rabbie e le frustrazioni per scopi elettorali..

In che senso?
- In senso tattico ma sbagliando strategia. Il conflitto tra le classi è alla base del comunismo, della lotta proletaria contro un ’ agiatezza che presumibilmente esclude i poveri dagli stessi diritti: il problema è che non ci sono più poveri "veri", che non esistono più le classi realmente disagiate e quindi nessun senso per le teorie marxiste- leniniste o maoiste! Per la sopravvivenza del comunismo devono essere quindi creati disagi tali da giustificarne gli atti: una nuova classe di poveri di origine extracomunitaria che porti al collasso e quindi alla tensione e al germogliare di nuove guerre sociali. Il problema che, purtroppo per loro, l’Islam li strumentalizzerà e poi li combatterà: comunismo e Islam non sono compatibili.

Fantapolitica?
- No: fantarealtà possibile, eccome! Limitarne assolutamente l’entrata in Italia se non per reali motivazioni e necessità credo sia una priorità di difesa e tutela nazionale: il rischio di un incubo possibile è troppo grande. Aiutiamo invece i Paesi in difficoltà sul loro territorio e, tanto per parafrasare una citazione di Mao " Non dare un pesce a un uomo ma insegnagli a pescare"; facciamolo nel loro laghetto e non nel nostro.

Allora chi dice che la Spada dell’Islam e le SS islamiche di Hitler fossero segnali di vicinanza a certe concezioni di Destra?
- E’ un illuso e un visionario ben fuori dalla realtà stessa: l’Islam è una teocrazia che rifiuta l’influenza ideologica umana e quindi politica. No, nessuna speranza che non sia quella della strumentalizzazione da parte loro delle nostre debolezze....civili!

Allora Fn e gli altri movimenti che cosa realmente valutano di questioni come queste?
- Il mondo del "Nazional-Popolare" è un grosso calderone dove vorticano numerose energie che spesso sono in contraddizione tra loro. Faccio un esempio sintetico ma reale: i Palestinesi sono supportati da chi odia Israele nella vecchia logica che chi è a Destra o è anti-semita o è ostile a Gerusalemme, ma questa è la stessa cosa che dicono i comunisti di ieri, di oggi e di domani nonché quelli dei Centri Sociali che però si gloriano della loro liberazione da parte dei loro kompagni dell’ Armata Rossa contro i tedeschi mentre dichiarano entusiasti di essere ora e sempre resistenti antifascisti. Un bel caos, non è vero? Purtroppo il mio confronto con queste realtà minori e di carattere giovanile si sono sempre ridotte a uno sterile scambio di opinioni basate sulla solita retorica, da parte loro, della solitissima teoria della congiura delle pluto-giudaiche- democrazie a carattere massonico. E allora ho tagliato corto...

Chissà quando avrai affrontato temi revisionisti...
- E’ capitato, certo, ma la questione era più semplice: ho vari parenti ancora in vita che hanno visto due o tre cosette che forse i padri del revisionismo non hanno avuto occasione di vivere in prima persona. E i miei parenti non erano esattamente di sinistra...

Un messaggio per questi Movimenti?
- Tanti e uno solo, anche se non mi interessano i gruppi di per sé ma i loro singoli componenti e militanti: non richiudetevi nei dogmi di cattivi insegnanti in balìa dei propri demoni e odii interiori; cercate di pensare con la vostra testa e di vagliare il tutto attraverso la ragione anche se vi accuseranno di progressismo giacobino. Una Destra intelligente si costruisce anche ribellandosi ai propri dei.