Sulla proposta Fini di far votare gli immigrati - Numero 20

 

Pubblichiamo con piacere l’intervento di Tiziana Rogora che, oltre ad aver maturato una significativa esperienza come assessore regionale della Lombardia, è persona politicamente acuta, attenta osservatrice, preziosa collaboratrice. Come per tutti gli articoli pubblicati dal Barbarossaonline, la responsabilità di quanto scritto è totalmente a carico dell’Autore.


Sulla proposta Fini di far votare gli immigrati

A questa proposta è contestabile un duplice errore: nel metodo e nel merito; non so se riuscirò a tenere sempre distinti i due aspetti, che hanno uno stretto rapporto, ma ci proverò…



Errore nel metodo:

Fini ha spiazzato non solo il mondo politico estraneo ad AN, ma anche il suo stesso partito, il quale, però, non è bossianamente abituato a seguire acriticamente il proprio capo, e si è sentito precipitare addosso un carico molto gravoso di cui per lo più non è riuscito a cogliere il senso. Lo si capisce dal fatto che nessuno dei leader intervistati è riuscito a spiccicare un discorso credibile e persuasivo, ma ciascuno sembrava ripetere una lezioncina imparata a memoria, in modo monotono, senza accenti di convinzione, di partecipazione, di passione. Forse c’è, tra loro, chi è veramente d’accordo sulla proposta, ma certamente non sarà in grado di mutare in favorevole alcun parere contrario. Fini ha però spiazzato anche gli elettori, ai quali aveva preventivamente esposto un ben diverso "programma" di governo! A quale scopo creare tanto trambusto?

Prima ipotesi: RIECCO LA DC.
Da tempo sento dire (da più parti politiche) che si sta ricostruendo la DC; del resto, basta guardarsi un po’ in giro, per vedere la sproporzione fra il peso elettorale ed il peso politico dei centristi: sono loro le principali cariche monocratiche, loro numerosi scranni parlamentari in virtù del sistema maggioritario… Da questo neopartito (che ri-avrebbe destra, sinistra e ovviamente centro); sarebbero riassorbite FI, AN, e tutti i centristi cattolici, attualmente dispersi e contesi fra ulivisti e CdL, ma senza dimenticare i socialisti raccolti sotto diverse sigle, liberalriciclati, federalriciclati e battitori liberi di varia provenienza ed estrazione (sindacato, mondo dello spettacolo, dello sport, ecc.). Naturalmente, però, il "partito unico", ma correntista, non catturerebbe le istintive simpatie di tutti: lascerebbe in un angolo gli estremismi di segno opposto, i radicalismi, i fondamentalismi. Perciò, dopo la mossa Fini, ho pensato: ecco un modo veloce per "spaccare il partito" in neodiccì di destra, da una parte, e idealisti, nazionalisti, nostalgici del MSI, o anche del ventennio, dall’altra. Ma i pochi iscritti cui ho riferito questa ipotesi smentiscono categoricamente, anche se non ho capito su quali basi…

Seconda ipotesi: FINI SI E’ PERSO!
Forse la stanchezza, la pressione enorme di dover ricoprire massime cariche istituzionali e partitiche lo ha portato allo sFINImento… Dunque, o è impazzito, o finge di esserlo, in modo da uscire di scena rapidamente e senza provocare lacerazioni o litigi quanto mai inopportuni. Questo suo nuovo status, inoltre, potrebbe non essergli nocivo: il Parlamento è vaccinato contro i picconatori e gli elettori, anche se a fasi alterne, li prendono in simpatia…

Terza ipotesi: L’IDEA FISSA DELLO SDOGANAMENTO
Ovvero Fini & C. non si sentono abbastanza "integrati" se non ricevono almeno un plauso da sinistra; e allora cosa c’è di meglio che una bella proposta che andrà a rimpinguare il serbatoio di voti degli ex comunisti?

Quarta ipotesi: FINI FOR PRESIDENT
Non nel senso di Capo del partito, ovviamente, ma …dello Stato! Ovvio che stia studiando da Presidente della Repubblica. Chi potrebbe essere così super partes da prendere addirittura le partes della fazione opposta, difendendo una fascia di persone (gli immigrati stranieri, tradizionale appannaggio della sinistra) se non per uno scopo così…elevato?

Quinta ipotesi: ALLEGGERIRE IL PARTITO
Più è piccola la barca, meglio la si dirige… Dunque: dimezziamo dirigenti e militanza (già con un piede fuori dalla porta) e molti problemi si risolveranno, i pretendenti diminuiranno… Ma non ha fatto bene i suoi conti, se di ciò si tratta, perché:
1) i dirigenti non se ne vanno dalle loro comode poltrone (quali che esse siano…)
2) per quanto riguarda, poi, il resto del partito, si può dire che in tutti questi ultimi anni lo sfascio organizzativo, la disintegrazione del radicamento sul territorio, la polverizzazione della militanza più attiva, disinteressata, più datata non ha portato al "rinnovamento" del partito, bensì al suo svuotamento progressivo. Perché ci vogliamo tanto male?

Sesta ipotesi: LE PRESSIONI DI CONFINDUSTRIA
Forse gli imprenditori, che vogliono spendere sempre meno delle loro risorse e sempre più di quelle pubbliche, per alleggerire le loro coscienze vogliono compensare la forma di neoschiavismo cui sottopongono in particolare i lavoratori extracomunitari con il … diritto di voto, che a loro non costa nulla, mentre costa molto alla comunità…



Errore nel merito:

La proposta è inutile, perché:
1) comunque gli immigrati che si integrassero potrebbero, se lo chiedessero, essere naturalizzati e voterebbero come tutti gli altri cittadini italiani; quindi, perché complicare le cose, addirittura con una modifica di legge costituzionale?
2) il voto è un esercizio di cittadinanza: come potrebbe essere esercitato da chi cittadino non è? date le condizioni di disinformazione, ignoranza istituzionale in cui la maggior parte degli italiani si trova, sarebbe quasi il caso di limitarne l’esercizio a chi dimostri dei requisiti minimi di responsabilità e conoscenza dei meccanismi istituzionali, a prescindere dalla sua nazionalità, e non estenderlo in modo indiscriminato! (In Svizzera non si concede la cittadinanza a chi non riesca a superare un esame di "civilizzazione" ed negli USA anche dopo molti anni di residenza e, ovviamente, di rispetto delle regole di convivenza, non si ha automaticamente diritto a votare…); il voto sarebbe quasi da togliere a molti cittadini italiani, che offendono gravemente qualunque forma di orgoglio nazionale con la loro profonda e vergognosa ignoranza, altro che estenderlo agli immigrati!
3) non esiste alcuna reciprocità di tal fatta in altri Paesi, da cui gli immigrati provengano, e sarebbe davvero ora che la reciprocità fosse un criterio da far valere ogni qualvolta si parli di diritto dell’immigrato (soprattutto per quanto riguarda la tolleranza religiosa…).

Ma la proposta è anche dannosa, perché:
1) non esiste una selezione del tipo di immigrazione verso l’Italia: da noi arrivano, soprattutto, immigrati di religione musulmana, che non si integrano facilmente, perché per lo più non hanno intenzione di farlo, anzi hanno motivazioni contrarie; il loro progetto è quello di islamizzare il mondo "con le buone o con le cattive"; l’Italia, come è stato decretato ad Islamabad alla fine degli anni ’60, è testa di ponte nel Mediterraneo per questo progetto; una volta che questi missionari dei nuovi integralismi e fondamentalismi (in cui è impossibile, se prestiamo fede agli imam più moderati, discernere gli assassini ed i kamikaze dai "democratici") saranno diventati elettori, o peggio, cittadini italiani, come sarà mai possibile liberarcene?
2) per di più nel nostro Paese è facile procurarsi permessi falsi, visti falsi: quale garanzia avremmo di concedere il voto a persone che se lo meritano?
3) si faciliterebbero tutti i meccanismi di "voto di scambio", già fin troppo noti in Italia, oggi ed in passato. I nuovi voti andrebbero a chi ha concesso più vantaggi, prebende, scorciatoie di ogni tipo agli immigrati…soprattutto a sinistra, dove si privilegia l’assegnazione a loro di case popolari, sussidi vari, esenzioni, ecc.
4) è noto (basta sfogliare la cronaca nera quotidiana, per rendersene conto) che una buona parte delle azioni di microcriminalità vedono come protagonisti degli extracomunitari (ma essi sono anche spesso la manovalanza di cui la grande criminalità, nostrana, si serve per compiere dei misfatti); di nomi stranieri sono sempre state piene le liste degli uffici di collocamento e quelle per l’assegnazione di case popolari, per cui gli stranieri hanno sempre avuto il riconoscimento di un punteggio privilegiato (grazie alla sinistra!); rispetto ai poveracci di casa nostra. Allora in che modo servono tanto alle imprese? (a meno che non si parli di …"imprese criminali"!!).
5) Mettiamo di subordinare la concessione del voto al rispetto delle regole di buona condotta, ecc. ecc.. Ma davvero qualcuno sarebbe disposto a credere che in Italia, dove sulle liste elettorali per anni sono rimasti i nomi dei morti e degli emigrati, dove all’anagrafe si fanno pasticci colossali, qualcuno potrebbe intervenire per esautorare uno straniero dal diritto di voto già acquisito, qualora egli si macchiasse di qualche reato??
6) ultima osservazione (non posso andare avanti all’infinito, anche se l’elenco potrebbe continuare): l’11 settembre è davvero passato invano? Abbiamo capito che non siamo in grado (non ci riescono la CIA né il Mossad, figurarsi noi…) di discernere le intenzioni, di seguire gli spostamenti, di controllare i doppi fini (oh, toh!) di chi entra nel nostro Paese, anche legalmente, per poi andare ad ingrossare le fila dei terroristi. Gli americani hanno dato - in buona fede - ai loro immigrati istruzione, conoscenze di conduzione di apparecchi complessi (pilotare aerei, ecc.); anche esperienze di tecnica militare… noi vogliamo proprio battere tutti in … fesseria e concedergli anche il voto?!?

Per tutti questi motivi dichiaro che da ora in avanti darò IL MIO voto solo a quelle forze politiche (o ai singoli, se candidati in collegi uninominali) che esprimano ferma contrarietà alla proposta di Fini e l’impegno a battersi con ogni mezzo perché essa venga ostacolata e ritirata definitivamente.

Tiziana Rogora