FINCHE’ LA BARCA VA - Numero 21

 

Così cantava anni fa Orietta Berti. Mi pare che la canzone sia più che mai attuale, solo che ora alcune barche stanno affondando, e non solo quelle dai nomi arcinoti come Cirio e Parmalat. A loro e ai loro presidenti e amministratori il disonore delle prime pagine dei giornali, dei servizi radiotelevisivi, dei dibattiti e quant’altro. A noi comuni mortali, cittadini che ogni mattina vanno a lavorare onestamente , pagano le tasse e tutti quegli zeri non riescono quasi a leggerli è lecito però porsi almeno qualche domanda e fare qualche osservazione, così tanto per riflettere insieme. E’ lecito chiedersi come mai nessuno ha pensato che fosse opportuno controllare anche in casa degli amici della sinistra? Se è vero che sono stati fatti in casa Parmalat ben due controlli da parte delle guardie di Finanza che non hanno rilevato irregolarità, si può sapere quali provvedimenti sono stati presi verso tali incompetenti? E’ pur vero che per far sparire 27.000.000.000.000 di vecchie lirette o si hanno appoggi e coperture ad altissimi livelli (ma fino ad ora non pare e noi non siamo malpensanti) o si è davvero fenomenali. Le povere guardie di finanza hanno qualche attenuante. E poi via, in fondo c’è sempre Mediaset con cui mostrare i muscoli, pulirsi le mani, far finta di essere…ognuno metta gli aggettivi che la sua fantasia suggerisce.

Una curiosità: Callisto Tanzi si è dimesso da Consigliere di NOMISMA o è ancora in carica? Forse il buono, saggio, onesto, sempre sorridente amico Romano chiuderà un occhio e gli darà una mano…ovviamente pulita, anzi linda e perfino profumata. Ma non sono Cirio e Parmalat le sole ad aver tirato bidoni e ad aver fregato i risparmiatori. Un altro inquietante capitolo è quello delle COOP rosse che stanno fallendo e mettendo sul lastrico centinaia di persone, operai, impiegati, pensionati che perdono posti di lavoro e risparmi di una vita. Stiamo parlando, ad esempio, della Coopcostruttori di Argenta, impresa edile fra le più importanti del paese con 2700 dipendenti, fatturati dichiarati in crescita fino al 2001, che nel 2003 va in bancarotta e dichiara un buco di 1 miliardo di euro. Conclusione: 5000 soci hanno visto i loro soldi sciogliersi come neve al sole. Il gioco delle accuse è pesante, vengono tirati in ballo importanti esponenti di partito, ma si sa in una certa area si è innocenti, corretti e onesti a priori e a prescindere.

Intanto sull’affare Telecom Serbia è calato il silenzio. Ammettiamo pure che nessuno dei politici abbia preso una lira, ma, visto che erano soldi nostri, perché hanno pagato circa 900 ciò che valeva meno della metà? Perché non ci spiegano che cosa ne è stato della differenza? Se hanno semplicemente sbagliato una valutazione in maniera così clamorosa e incompetente non dovrebbero almeno chiederci scusa ? E poi cambiare mestiere!

Tra una riflessione e l’altra si inaugura l’anno giudiziario 2004 e il procuratore generale Favara, davanti a Carlo Azeglio Ciampi presidente della Repubblica e del Csm denuncia la "scarsa efficienza" della magistratura e dice chiaramente che nel 2003 sono rimasti ignoti l’80% dei responsabili dei reati denunciati. Ovvia la conclusione : " il recupero dell’efficienza è l’esigenza fondamentale." Appunto ma a chi spetta attuare questo recupero? Quale è lo stato di salute della barca ? Quali le colpe dell’equipaggio? Anche il procuratore Favara dice che vi sono state " prassi produttive , commerciali e finanziarie non improntate a criteri di trasparenza e di legalità" e che "recenti episodi di insolvenze evidenziano i limiti dell’intervento repressivo penale e la necessità di un più adeguato sistema preventivo di controlli…" Mi sorge un legittimo sospetto: e se i controlli avvenissero in maniera più diffusa? Forse è una soluzione semplicistica, banale...o forse è l’uovo di Colombo? Intanto chi paga sono sempre i cittadini. E qualche politico tuona e lancia sgangherati anatemi invocando la questione morale. Quale era il suo mestiere da comune mortale?

Finché la barca va…

Pierangela Bianco